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La psicoterapia di gruppo è un valido strumento volto al cambiamento e alla crescita personale. La psicoterapia di gruppo opera delle trasformazioni a livello intrapsichico e a livello interpersonale, nonché di acquisizione di nuove competenze.

Grazie ai feedback del terapeuta e degli altri partecipanti, ogni membro comincia a prendere maggiore consapevolezza di sé e delle proprie dinamiche ed, eventualmente, a cambiare ciò che non è più funzionale nelle sue relazioni.

All'interno del gruppo, ogni persona propone il suo modo di relazionarsi, le sue dinamiche. Durante la psicoterapia, ogni partecipante diventa via via consapevole delle sue dinamiche di relazione, apprende a considerare i commenti degli altri componenti del gruppo come costruttivi, e ad apportare nuova ricchezza ai suoi rapporti interpersonali.

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Il disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) è una problematica complessa che comprende diversi tipi di problematiche specifiche e con diversi livelli di gravità. All’interno del DSA troviamo difficoltà di lettura (Dislessia) difficoltà di scrittura (disgrafia e disortografia) difficoltà nelle abilità matematiche, in particolare nel calcolo (discalculia). All’interno dei DSA queste problematiche possono essere presenti contemporaneamente o può esserne presente solamente una. È importante sottolineare che il DSA non ha niente a che fare con le capacità cognitive del bambino, al contrario spesso che soffre di DSA ha un’intelligenza nella media se non al di sopra. Ciò che spesso viene rilevato dalla scuola e dalla famiglia è una difficoltà nello svolgere attività di tipo scolastico, lentezza nella lettura e nella scrittura, fino ad un vero e proprio rifiuto, se la difficoltà viene misconosciuta per lungo tempo, della scuola e di tutte le attività connesse.

È possibile eseguire una diagnosi di DSA dalla seconda classe della scuola primaria in poi, ed è opportuno eseguire delle valutazioni e dei trattamenti precoci in caso vi siano indizi di una difficoltà che si sta sviluppando. Spesso per rilevare queste difficoltà sono importantissime le osservazioni delle insegnanti, già nell’ultimo anno della scuola dell’infanzia, e dei genitori o di chi esegue i compiti con il bambino.

Avvisaglie di un possibile DSA sono difficoltà nell’eseguire i disegni e nel tenere correttamente in mano la matita o la penna, difficoltà nell’imparare l’alfabeto e i primi rudimenti di pregrafismo, un ritardo del linguaggio presente negli anni precedenti.

Un operatore specializzato può essere d'aiuto in:

Eseguire una diagnosi

Fornire indicazioni per la programmazione dell’intervento educativo specifico

Lavorare con il bambino per sviluppare le abilità che risultano deficitarie

Lavorare con la scuola per strutturare un piano educativo specifico adatto alle esigenze del bambino

Aiutare i genitori a comprendere e gestire le difficoltà del bambino e a sostenerlo emotivamente nel suo sviluppo.

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Valutazione neuropsicologica dell’età evolutiva

Il percorso di valutazione neuropsicologica consiste in un colloquio preliminare con i genitori per approfondire le motivazioni e le osservazioni rispetto alle difficoltà manifestate dal bambino. Successivamente vengono programmati alcuni incontri di valutazione con il minore che possono utilizzare le metodiche dell’osservazione, del colloquio clinico o della valutazione testistica. Infine viene svolto un colloquio conclusivo con i genitori di sintesi diagnostica e di confronto su quanto emerso e osservato durante la valutazione.

La valutazione neuropsicologica è necessaria qualora il genitore rilevi indicatori di difficoltà nel figlio.

Ad esempio, per i bambini fino a 6 anni, difficoltà di linguaggio (assenza di linguaggio dopo i due anni, eloquio scarsamente comprensibile, assenza di suoni specifici del linguaggio, uso stereotipato o ripetitivo di parole o frasi.), difficoltà di attenzione e concentrazione (passare velocemente da un’attività all’altra, iniziare un gioco ma non terminarlo), difficoltà nel disegno e nelle abilità motorie (disegno confuso e non strutturato dopo i tre anni, assenza dello schema della figura umana, rifiuto completo dell’attività grafica, goffaggine), difficoltà relazionali (assenza di richieste anche di tipo non verbale, scarso contatto oculare, attività di gioco poco strutturate e prevalentemente ripetitive).

Per i bambini in età scolare, difficoltà negli apprendimenti (lentezza ed affaticamento in lettura o scrittura, difficoltà nella comprensione del testo, difficoltà nella gestione dello spazio del foglio, tratto grafico confuso e difficoltoso), difficoltà emotive (isolamento, difficoltà relazionali con i pari, aggressività, comportamenti regressivi quali suzione del dito, enuresi ecc.).

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La terapia familiare è utile quando una famiglia si trova ad affrontare:

  • difficoltà nei bambini o negli adolescenti che coinvolgono l’intero nucleo familiare;

  • difficoltà legate ad eventi critici della vita quali nascita dei figli, lutti, malattie, trasferimenti, perdita del lavoro;

  • rapporti conflittuali tra genitori e figli;

  • rapporti conflittuali tra fratelli.

La famiglia rappresenta il contesto privilegiato da cui partire per superare molte difficoltà. La terapia familiare si fonda sulla convinzione che le relazioni più importanti nella vita della persona costituiscano una risorsa e un aiuto fondamentale per riuscire ad affrontare un disagio. Essa è particolarmente utile quando i genitori si sentono spaesati e sopraffatti di fronte alle problematiche di un figlio.

Gli obbiettivi della terapia familiare sono:

  • facilitare la comunicazione tra i membri della famiglia, permettendo a ciascuno di esprimere i propri pensieri, le proprie emozioni e favorire un ascolto reciproco;

  • accrescere la consapevolezza dei membri della famiglia sui loro comportamenti e sulle loro relazioni per individuare quali possano aver dato origine a situazioni problematiche e/o conflittuali;

  • aiutare la famiglia a far emergere ed utilizzare in modo costruttivo ed efficace le proprie risorse;

  • favorire l'emergere di strategie efficaci per la risoluzione dei conflitti.

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La terapia di coppia è utile quando la coppia si trova in una fase di stallo del rapporto oppure si trova a vivere una fase delicata del proprio ciclo di vita, come ad esempio:

  • nascita di un figlio;

  • tradimento di uno dei partner;

  • perdita di un genitore;

  • rapporto conflittuale;

  • difficoltà comunicative e incomprensioni;

  • separazione o divorzio.

Tale terapia si attua affinchè con l’aiuto del terapeuta le coppie possano affrontare al meglio le problematiche legate alla fase del ciclo di vita che stanno attraversando (nascita di un figlio, separazione o divorzio, perdita di un genitore, ecc.) e i problemi interni alla relazione (difficoltà comunicative, ecc.). L’aiuto di un terzo può facilitare un percorso di consapevolezza volto a rendere la coppia protagonista del proprio futuro facendo emergere le risorse necessarie ad uscire dall’impasse dovuto ad un momento difficile.

Gli obiettivi della terapia di coppia sono:

  • favorire l’ascolto reciproco e un dialogo aperto;

  • gestire in modo adeguato i rapporti all'interno della famiglia e con le famiglie d'origine;

  • affrontare meglio i conflitti che si presentano e trovare una soluzione condivisa;

  • offrire uno spazio in cui sia possibile far emergere le risorse di ognuno al fine di costruire una comunicazione più efficace;

  • nei casi di separazione o divorzio, accompagnare la coppia verso una separazione consapevole, abbassando i livelli di conflittualità e favorendo il rispetto reciproco.